Dopo una lunghissima attesa (un mese!), mercoledì 24 agosto ho fatto l’ecografia.
Ho aspettato pazientemente di arrivare alla 13° settimana senza cedere alla tentazione di andare in un altro studio medico per dare una sbirciatina al mio littlefish.
Quant’è cresciuto! L’ultima volta che l’ho visto misurava 17mm e ora invece ha raggiunto i 7 cm.
Il cuoricino batteva regolarmente alla velocità di 158 bpm e abbiamo sentito quello strano suono che come dice sfolli assomiglia all’avanzare di un treno o a un pezzo di musica techno.
La cosa più emozionante è stata quella di vedere la manina chiusa e il pollice sulla bocca.
Non sapevo che, lì dentro, i cuccioli si succhiassero il pollice già a 3 mesi.
Il dottor Gi muoveva la sonda transvaginale e lui staccava la manina, il dottor Gi cambiava posizione e lui inarcava la schiena mostrandoci tutte le sue bellissime vertebre.
Poi tornava a succhiarsi il pollice ma all’ennesimo movimento della sonda, il braccino si allontanava insieme alla manina.
Insomma sembrano cose banali eppure il movimento lascia davvero di stucco.
Ho cominciato a realizzare solo in quel momento di avere un essere umano dentro.
Fino ad allora era stato il nostro puntino, cuoricino, gamberetto, pesciolino, embrioncino, littlefish.. ora comincia ad avere le sembianze davvero di un bambino.
E un po’ fa paura…
Mmmm.. soprattutto penso: sarò in grado di prendermi cura di un altro essere umano? Io che nella mia vita ho fatto fatica a prendermi cura persino di me stessa?
Diciamo che per adesso non mi pongo il problema.
Devo solo concentrarmi sulla sua crescita dentro di me.. Dopo… oddio… “dopo” si vedrà!.
Sono certa che Daniele sarà un papà bravissimo e coraggiosissimo anche quando mamma Alessia avrà il panico.. ;)
Per il momento mi tocca ancora fare i conti col dolore, quello fisico intendo.
Prima dell’ecografia ho dovuto sottopormi ai test di controllo, in previsione dell’amniocentesi.
In realtà sono richiesti solo i tamponi vaginali ma io che avevo avuto in passato più di qualche positivo, ci tenevo a essere scrupolosa e fare anche il tampone uretrale.
Ecco, io sono tre anni che faccio ciclicamente il tampone uretrale e il dolore percepito ha la durata di un istante. Mi è capitato di avvertire in seguito un lieve bruciore nell’atto di urinare ma il problema si è sempre risolto nel giro di un’ora al massimo.
Questa volta il dolore è stato insopportabile. Sia durante l’esame che dopo.
Secondo me , al dottor Gi gli è scappata la mano ed è andato troppo in profondità.
Oppure non sa che l’uretra della donna è più corta di quella dell’uomo e non c’è bisogno di affondare tanto il cotton-fioc!
Non potevo nemmeno lamentarmi perché lui aveva più volte sconsigliato di farlo proprio perché troppo invasivo e che in mancanza di evidenti sintomi non fosse necessario eseguirlo.
Ma io conoscevo la mia storia di positivi e volevo essere sicura che fosse tutto a posto, inoltre non avevo avuto problemi prima. Mai un dolore così intenso.
Ad ogni modo subito dopo il tampone uretrale, il dottor Gi ripartiva all’attacco, cercando di inserire lo speculum che si usa per effettuare i tamponi vaginali
Conclusa anche questa operazione, ho lasciato il lettino, indossato solo gli slip e sono corsa in bagno a far pipì. Quanto karma negativo bruciasse tra le mie gambe, non saprei descriverlo.
Sono tornata dal dottor Gi minimizzando ciò che avessi appena provato poiché era arrivato, finalmente, il momento di fare l’ecografia.
Penso di essere andata in bagno altre due volte prima di abbandonare il suo studio e aver sofferto terribilmente in entrambi i casi.
Sono tornata a casa e ho iniziato a bere molta acqua.
Ogni volta era un incubo far pipì ma ho capito che l’unica strada da percorrere fosse farne tanta e tanta.. così da sperare in un breve recupero.
Mi sono fatta due, tre litri di tisana alla malva e ovviamente lasciata raffreddare la ingurgitavo sperando arrivasse presto il momento in cui non avrei più sentito quei maledetti aghi dentro di me.
Ho aspettato per tutta la sera che l’incendio si attenuasse e invece ho dovuto constatare a un certo punto la presenza di alcune gocce di sangue. Micro d’accordo, ma un po’ mi hanno spaventato.
Beh la paura più che altro è che mi venisse una cistite emorragica. L'ho avuta circa un anno fa.. Improvvisamente uscì dal mio corpo una sorta di pipì rosso vivo che bruciava da impazzire. Per fortuna, Daniele riuscì a rubare un ciproxin da una farmacia e il flusso di sangue si arrestò in breve tempo.
In questo caso invece si trattava solo di quattro innocue micro gocce.
E se il dottor Gi avesse perforato la mia uretra? Mmm.. emmica sarebbero scese solo 4 gocce!
Ero nel panico e un po’ pentita di aver fatto quel tampone. Magari non era emorragica però i sintomi erano simili a quelli di una comune cistite. Pensavo che mi sarebbe inesorabilmente venuta un’infezione, un’uretrite grazie al mio meraviglioso senso di scrupolosità.
Ho continuato a bere durante la notte ma la mattina il risveglio non è stato premiato da sensazioni di miglioramento.
Verso sera, però, ho sentito che qualcosa stava cambiando, che riuscivo a fare pipì e contemporaneamente respirare. Le fitte si stavano indebolendo.
Oggi, credo di aver scampato il pericolo che avevo avvistato mentre navigavo col mare in tempesta.
Tuttavia sento ancora qualche fastidio.. ma non voglio allarmarmi.
Tra qualche giorno farò un’urinocoltura..in modo da allontanare i dubbi residui.
Vorrei arrivare all’amniocentesi “pulita”, senza batteri che possano creare complicazioni.
Forse sarebbe meglio lasciar perdere tutte queste indagini ma fare in ogni caso quella terapia antibiotica preventiva, prevista nei giorni che precedono l’amniocentesi.
Amniocentesi, amniocentesi, perché una parola deve fare così paura?
Concentrati… aaaaam niiiiiii oooooooooo ceeeeeen teeeeee siiiiiiiiii…, ecco ora mi è un po’ più simpatica.
Om namah shivaya :)