Come qualcuno di voi già sa, lunedì sera mi hanno tamponato.
Una macchina, che era parcheggiata sul lato della strada, esce invadendo la corsia e io mi fermo per farla passare. Guardo lo specchietto retrovisore e mi chiedo se quello dietro stia frenando.
Boom: risposta secca.
Classico tip tap del collo e di seguito, nell’impatto con la macchina di fronte, sento stringermi la cintura sulla pancia.
“Ci sono feriti?” arriva trafelato il tamponatore.
Si avvicina al vetro, mi chiede come sto.
Io sono un po’ confusa e incredula di trovarmi in quella situazione.
“Sono incinta!” è l’unica cosa che riesco a dire.
Penso a quella stretta nella pancia e subito mi escono le lacrime a fontana.
Cerco di ragionare, di quantificare l’intensità di quella stretta ma le lacrime continuano a scendere.
Mi sento una bambina che ha rotto le uova comprate alla sua mamma. Solo che in questo caso le uova erano per Daniele.
Ci siamo salutati solo 2 minuti fa, poco distante da qui .
Lo chiamo sul cellulare, forse non è andato lontano e può ancora raggiungermi. Controllo la mia voce, gli dico senza dare spiegazioni di venire subito.
La ragazza incastrata nell’altra macchina mi chiede se stia chiamando i vigili.
Seee ciao, io il massimo che potevo fare era chiamare Daniele.. che ci pensi qualcun altro.
Nel frattempo torna il tamponatore offrendomi una bottiglietta d’acqua. Non ho sete, ma la mia mente va ai nipoti curati con il bicchiere d’acqua magico. Li rivedo mentre piangono perché sono caduti o perché si son presi a calci con i fratelli. Va bene , bevo.
Però continuo a piangere, silenziosamente. Metto la mano sulla pancia, sento muoversi qualcosa.. ma non mi calmo. E se c’è stato un piccolo distacco?
Arriva Daniele, mi tranquillizza “Non è successo niente”
Gli dico della cintura, lui mi ripete di star tranquilla.
Passa un’ ora prima che i vigili verbalizzino l’incidente e le parti interessate si accordino e scambino i rispettivi dati.
Io rimango tutto il tempo in macchina, ferma come un vaso i cui pezzi siano stati appena incollati. Poi prendo in ostaggio il telefono di Daniele per interpellare Google.
Cosa digito? cintura gravidanza tamponamento.
Trovo
qualcosa che mi soddisfa.. sì la posizione era giusta, proprio sotto l’addome.
Sono quasi le 21 , sono stanca.. stiamo andando a casa di mia madre, forse è meglio che mi riposi piuttosto che passare la notte al pronto soccorso in attesa che mi facciano entrare.
Invece, facciamo dietrofront.
L’addome mi tira un po’ e io voglio andare in ospedale, non posso aspettare domani per sapere se sia tutto a posto. Voglio fare un’ecografia di controllo.
Al pronto soccorso mi fanno saltare la fila e in pochi minuti sono già nel reparto di ginecologia.
Arriva il medico di turno. Mi controlla il collo dell’utero, poi passa all’eco.
Tutto ok, respirone di sollievo.
Ma io cerco ancora rassicurazioni “Questo significa che il trauma non avrà conseguenze nemmeno nei prossimi giorni?”
“Perché ci siano danni al bambino, la mamma deve essere cadavere”
Quasi mi viene da ridere, guardo Daniele sbigottita per la risposta.
Il medico continua dicendo “.. la madre deve esplodere”
Ok, ok è stato abbastanza chiaro.. ho capito.
In questi giorni me ne sono stata un po’ raggomitolata a casa di mia madre.
La paura che fosse successo qualcosa a littlefish è svanita subito dopo il controllo al pronto soccorso tuttavia ,dentro, mi sentivo ancora un po’ agitata.
Non ho ancora ripreso a guidare la macchina.
Non perché sia un po’ ammaccata ma perché tutti mi hanno detto di prendere i mezzi o andare a piedi.
Beh, io spero di riprenderla presto, invece.
Se mi si attacca la paura di guidare.. poi quanto ci metto a riprendere coraggio?