Quando ascoltavo la canzone di Capa non pensavo che un giorno avrei fatto parte di quel cospicuo gruppo di italiani all’estero.
La notizia fraccapeccollo è arrivata il giorno che è nata Gaia.
In breve, l’ennesima ristrutturazione dell’azienda per cui lavora Daniele ci ha messo di fronte alla necessità di accettare il trasferimento a... Londra!!?
Considerando che il 29 febbraio sia la data presunta per il parto e che Daniele inizierà a lavorare nel nuovo ufficio in aprile.. penso proprio che qualcuno abbia scelto il momento migliore per incasinarci la gestione di littlefish.
Tuttavia, dopo una settimana di respiro corto e notti insonni, ho deciso che non potevo arrivare in sala travaglio col diaframma in gola ma dovevo concentrarmi necessariamente sul primo step.
Quindi... Alessia, preoccupati della valigia per l’ospedale piuttosto di quella per Buckingham Palace.
E dì a littlefish che andrà tutto bene.
PS Ringrazio Sfolli, che dal letto d’ospedale si è presa cura dei miei primi attacchi di panico, claravu per la divertente chiacchierata, Clara per l’energia che mi manda dall’India e mammadesign per il suo incoraggiamento.
L’idea di passare la serata tra amici m’inquietava.
La pressione ai minimi storici e l’incubo della digestione, alla fine mi hanno fatto declinare gli inviti e optare per una cena tranquilla col mio lòv.
Avevo in mente una serata fricchettona ma le energie per organizzarla erano poche.
Avrei voluto indossare qualche gonnona vintage, guarnirmi i capelli con fiori di campo (a dicembre?) e preparare uno spinello intanto che Daniele faceva magie da grande chef.
Hi hi.. tornate indietro alla voce spinello.. ma dai, ci avete creduto? ;-)
Invece sono rimasta con la divisa prenatal e mi son limitata a spargere ovunque pot- pourri, come fossero petali di rosa.
Ho trasferito la mia scrivania in soggiorno, le ho messo il vestito della festa.
Poi sono passata alla fase “fuoco cammina con me” accendendo una serie infinita di lumini segnapercorso.
Visto che in casa circolava ancora ossigeno, ho destinato le ultime scorte a una decina di candele profumate.
E la musica?
Quella che ti mette in pace col mondo, of course!
C’è una canzone in particolare che adoro.
E’ una sorta di lullaby per me… quando l’ascolto mi sento rinascere.
A dirla tutta l’ho scoperta solo un anno fa.
Ero a un passo dalla mia prima icsi e progettavo (se non fosse andata bene) di andare a San Francisco con Daniele per eliminare le tossine.
Invece poi andò che non partimmo per la California ma per la seconda icsi.
San Francisco resta così nel mio cuore come una meta simbolica, un’isola felice dove tutti possono gioire della vita e ritrovare la propria luce. Una visione anacronistica forse.. ma ancora efficace.