domenica 24 luglio 2011

Fa' la cosa giusta


Allora dicevamo…il Centro di Riproduzione Assistita ci ha lasciato accompagnandoci gentilmente alla porta, così ho deciso di farmi seguire da un ginecologo che ho conosciuto lì, l’anno scorso.
Un po’ come rientrare dalla finestra.
Sì insomma.. è ovvio che andrò a fare i controlli nel suo studio ma il pensiero che questo medico lavori al Centro e non debba cercare sul dizionario cosa significhi PMA mi tranquillizza.
Forse non dovrei sentirmi “diversamente gravida” e affidarmi a un qualunque ginecologo sulla piazza.  Ma quanto tempo mi hanno fatto perdere certi ginecologi prima di confessare che avremmo dovuto rivolgerci a un centro di fecondazione assistita?
No no.. preferisco dimenticare quel periodo di inutili rapporti mirati e consigli da strapazzo.
Con il dottor Gi ho fatto due isteroscopie diagnostiche al Centro e una operativa all’A. Hospital.
Avevo un problema di iperplasia endometriale ma l’intervento lo ha risolto.
L’esperienza che ho avuto lo scorso novembre in ospedale è stata positiva perciò ho pensato che, a  febbraio, potrei (incrociando le dita) tornare nello stesso reparto-maternità per affrontare il grande passo.
Ricordo che la sera prima dell’intervento fosse impossibile dormire.
I piccoli nati non facevano che piangere. A turno, in coro, per tutta la notte.
Era un po’ strano e paradossale trovarsi in quella situazione, però alla fine le urla di quelle vite spaventate mi avevano molto emozionato.

Lunedì 18 luglio alle 18: primo appuntamento col dottor Gi.
Arrivo un po’ in ritardo, un camion ribaltato sul raccordo ci fa slittare la visita alle 19.
Lui ci accoglie con aria serena e comincia a parlare.
Ma io fremo.. forse è meglio rimandare la conversazione a dopo l’eco? Evviva… sembra leggermi nel pensiero, infatti mi fa accomodare sul lettino per il controllo.
C’è una novità. Dietro di me un proiettore collegato al monitor illumina la parete di fronte et voilà, magia: compare su grande schermo il mio piccolo cuoricino..
Con il cursore, dottor Gi indica esattamente le parti che sta visitando aiutandomi a distinguere la striscia grigia della placenta dall’utero. “Il nero che vede, corrisponde al liquido amniotico mentre..” spiega, “se ci fosse un distacco della placenta si noterebbero lungo la linea della placenta delle macchie nere, cioè il sangue”.
Grazie a non so chi Lassù, invece.. quaggiù è tutto a posto, tutto perfettamente pulito.

Va bene possiamo tornare alla scrivania, individuare quali siano i prossimi passi da fare.
Esami del sangue, controllo tra un mese. Un meeesee? Ce la farò a non tradirla dottor Gi? Non lo so.. Mmmm.. devo trovarmi subito un sostituto.. una sorta di ginecologo da rimpiazzo a quello ufficiale.
“Signora, in questo momento non c’è niente che io o lei possa fare..
Soltanto dopo la 12° settimana potremo sapere se questo embrione geneticamente avrà avuto la possibilità di diventare feto” 
“Capisco, ma tendo ad avere comportamenti cautelativi. Tipo campana di vetro.
Esco raramente la sera, non vado al mare e ho paura di avere rapporti sessuali.”


Dottor Gi storce il naso, si appresta a farmi un lungo discorso ma io rincalzo:
“In quarantuno anni questo è l’unico test positivo che ho visto e non mi importa di sembrarle esagerata. Uscirò dalla campana quando mi sentirò più sicura”

E invece il giorno dopo mi faccio convincere da Daniele a fare un salto a Anguillara.
Il borgo è molto carino e Nepitella, il ristorante sul lago, una favola.
Impossibile non fermarsi per cena.
Due cigni mi fanno diventare incredibilmente romantica ma comincia  a piovere.


Niente paura, ci sistemiamo subito sotto gli ombrelloni che proteggono i tavoli all’aperto di Nepitella.
La vista del lago riempie il cuore.. mi sto rilassando.
E forse questo freddo ai reni che adesso sento, non si trasformerà in ciclo come tutte le altre volte. Questa volta no.
Io e il mio piccolo cuoricino siamo più forti.

vista dal ristorante (con cigno vicino al traguardo)




tramonto sul lago di Bracciano



Venerdì 22 luglio. primo giorno di mare!
Sto facendo i compiti, sto uscendo dalla tana.
Devo andare al mare, voglio farlo per Daniele che sta terminando le sue ferie senza essersele godute veramente e voglio farlo per me. Perché io adoro il mare ma me lo sono proibito.. almeno fino a questo momento.
Sì insomma.. sto cercando di sondare la resistenza del mio utero e del pesciolino che vi nuota dentro. Sto cercando di avere più fiducia nel mio corpo.

Giornatina fresca e mare mosso.. Niente bagno, almeno questo vorrei ancora evitarlo.
In compenso mi tocca fare i chilometri per andare alla toilette del chiosco-bar. La mia vescica è diventata ultimamente più sensibile..




eccomi!



Resisto in spiaggia fino alle 18.
Ho finito di leggere “A sud del confine, a ovest del sole” di Murakami.
Bizzarro finale erotico-intrigante che mi lascia un po’ perplessa..
Mentre ripenso ad alcune scene del libro, sorrido..  mi sa che stasera metto alla prova il mio utero con l’esperienza più delicata. Sì.. è arrivato il momento.
Guardo Daniele, dico con aria vagamente maliziosa “Andiamo a casa”  ;)




speranze per il futuro (clicca per ingrandire)



mercoledì 13 luglio 2011

lavori in corso



Poiché avevo chiesto a Daniele di mantenere un profilo basso e non fare grandi progetti, lui ha pensato bene di smontare solo il suo studio.
Dopo 4 giorni di lavoro pare che oggi abbia terminato e sia andato a farsi un bel tuffo al mare.

Ma io lo temo.
Ogni tanto lo becco col metro in mano che gira per casa.
Misura le pareti, gli armadi, il top della cucina.
Sospetto che voglia rivoluzionare gli interni, aumentare i metri quadrati a disposizione.

Ha l’obbligo di non toccare la mia stanza.
Gli ho urlato che dovrà rimanere la mia stanza del casino ancora per molto tempo, prima che si possa parlare di stanzadelbambino.

Lui fa  “sì, sì” ma poi  riprende il metro e misura…

martedì 12 luglio 2011

indipendence day


Abbiamo atteso questo momento per tanto tempo e ora?
E’ difficile rilassarsi, pensare che finalmente gli anni bui siano passati.
Eppure il cuoricino è ancora lì sul monitor. Anche questa volta (3° ecografia) lo vediamo battere in mezzo a un corpicino cresciuto. Un centimetro e 2 millimetri, un gigante per noi.

Il centro oggi ci abbandona.
Da domani dovrà occuparsi di me qualcun altro. Un ginecologo senza PMA cucito sul taschino.
E’ ora di tagliare questo cordone ombelicale con un ambiente amato e odiato che mi ha visto perdere e poi ritrovare la speranza.
Il professore mi dice “ci faccia sapere” e io incrociando le dita faccio sì con la testa.

Da domani interromperò anche le punture di prontogest.
Dovrò vedermela con i famigerati ovuli di progeffik… fare la lotta perché non escano al primo colpo di tosse. Due ovuli da 200mg  la mattina e due la sera.
E pregare che non cambi niente





martedì 5 luglio 2011

seconda eco

Sabato scorso ho avuto una perdita rossa.
Faccio tutti i giorni una fiala di prontogest ma per tranquillizzarmi, quella sera, ho aggiunto un ovulo di progeffik..
Non ho fatto le beta, così come mi era stato detto, di conseguenza ho avuto un po' d’ansia.
La sensazione di stare al buio, in attesa.

Sono le 9 del mattino quando arriviamo al Centro ma il cielo è così nero da sembrare notte fonda.
 Si sta preparando una tempesta. Inutile cercare le mie amiche tartarughe, saranno “corse” al riparo.
Ta- Ta-Ta- Ta- Ta.. mi sta tornando l’ansia.. questa volta il corridoio che porta in segreteria lo affronto con poca aria nei polmoni.
Ci sediamo al solito posto e aspettiamo.

“Come va?” ci chiede la dottoressa appena arrivato il nostro turno.
Sospiro allungando nello spazio un isterico “eeeeeeh”
 “Va bene! Non ve lo chiedo più!” ride rassegnata

Lascio Daniele seduto alla scrivania e mi allontano oltre il separé.
va tutto bene, va tutto bene” ripeto come un mantra mentre mi tolgo scarpe, pantaloni e slip.
Piedi nelle staffe, sistemo il bacino, la dottoressa sta entrando con la sonda. e a me tutto a un tratto
 salta in mente “c’è un cuore che battee e io ti amo ancoora”.
La canto dentro di me incredula.. nemmeno mi piace Venditti!
Il cervello attiva sistemi di sopravvivenza inaspettati.. così ha  scovato questa strofa in archivio per calmarmi.




Attendo in silenzio il responso della dottoressa
Eccolo lì! Sul monitor  c’è davvero un cuore che batte.. e com’è veloce!
La camera gestazionale non è più nera : dentro c’è un esserino di 4mm che pulsa pulsa e sta per ipnotizzarmi.
Poiché la dottoressa non ha invitato Daniele ad avvicinarsi lo chiamo io.
Desidero che anche lui assista a questo piccolo miracolo.
Lui si emoziona.

Gli brilleranno gli occhi per tutto il giorno

io e il mio piccolo cuoricino