venerdì 23 marzo 2012

fuori programma



Doveva essere una cena tranquilla a casa della mia amica Cinzia.
Vellutata di zucchine e omelette con cuore di bufala e crema di piselli.
La piccola Silvia prima di andare a letto mi aveva consegnato il ritratto di littlefish e un po’ mi ero commossa guardando quel bambino creato dalla sua fantasia.

Sono circa le 22.
Prima di mangiare il dolce mi alzo per andare in bagno.
Due secondi di pipì e poi sento le acque, inequivocabili, scendere in picchiata.
“Noo, non mi vaaaaa!” E’ la prima cosa che esclamo.
Mi rendo conto che il countdown è partito.. che non posso andare di là, mangiare la mia fetta di torta e tornarmene a casa a dormire.
Chiamo Daniele.
“Guarda, sono scuuure!” Lui cerca di tranquillizzarmi “ma no.. appena”
Ci raggiunge Cinzia “Forse hai solo perso il tappo mucoso”
Arriva un’altra ondata…macché tappo mucoso! E’ ufficiale: mi si sono rotte le acque.
Devo andare in ospedale.. cacchio la valigia.. ehm, sì è quasi pronta.
Riaffiorano le parole dell’ostetrica al corso preparto “Acque chiare: fatevi una tisana, una doccia e poi con calma venite in ospedale. Acque scure o sangue: venite subito”
Subito, d’accordo.. prima però voglio farmi controllare il collo dell’utero nel pronto soccorso più vicino.

Cinque minuti dopo sono già al reparto di ginecologia.
Il medico di turno mi visita, dice che il collo è ancora chiuso. Mi fa fare un monitoraggio.
Scrivo un sms a Claravu.
Mi chiama Cinzia, è agitata.. vuole sapere cosa mi hanno detto.

Torna l’ostetrica. Dice che devo continuare il monitoraggio poiché il bambino si è addormentato.
Uff  ma è passata quasi un’ora. 
Chiamo il mio ginecologo per informarlo della situazione. “Ma che fa ancora lì?”
Giusto, che ci faccio?
Chiamo il personale medico e dico che ho fretta di raggiungere il mio ospedale, che firmo
quello che vogliono ma che devo uscire da lì.

Bisogna passare da casa per prendere la valigia.
Non posso muovermi dal sedile reclinato della macchina. Ogni piccolo spostamento genera le cascate di Iguazù, perciò tocca a Daniele entrare in casa e cercare le ultime cose da mettere in valigia.
Collegati tramite cellulare, lo guido come in un format televisivo alla ricerca degli oggetti mancanti.
Dieci minuti dopo è di ritorno con due valigie: una per me , una per littlefish.

“Chiama tua madre” mi dice mentre mette in moto.
“EEh? Perché? No, non mi va.. poi magari non dorme tutta la notte. Che senso ha? La chiamo domattina”
“Allora chiama tuo fratello!”
“Uff no.. non mi va di sentire nessuno, è ancora presto per dare notizie. Aspettiamo di arrivare in ospedale”
Lui pare assecondarmi e invece inserisce l’auricolare e chiama mio fratello.
Poco dopo, ovviamente, mi chiama al cellulare mia madre.
La tranquillizzo“Tutto bene.. adesso non stare sveglia tutta la notte eh?”

In 35 minuti arriviamo a destinazione.
Ci fanno accomodare in una stanzetta unmetroperdue. La dottoressa che mi visita non ha una bella espressione. Bisbiglia qualcosa alle colleghe e poi se ne va.
Mentre l’ostetrica di turno mi sistema sull’addome le sonde del cardiotografo, entra una tizia a chiedermi a che ora ho finito di mangiare.
“Alle 10”
“Cosa ha mangiato?”
“Vellutata di zucchine e omelette con piselli”
“Ecco perché il bambino ha fatto la cacca!”
Immagino che stia scherzando, eppure comincio a pensare seriamente che littlefish dopo 9 mesi di zucchine non ne potesse più.
Entra una dottoressa accompagnata da altre due ragazze “Allora, signora è pronta ad andare in sala?”
Ha uno sguardo strano. Sorride come se mi stesse invitando a prendere un caffè.
“In sala dove? Tipo cesareo?”
La dottoressa ride “Sì, sì tipo cesareo”
Gasp! Mi sembrava, in effetti, fosse quella l’aria.
Arriva il mio ginecologo. Dà un’occhiata al tracciato e conferma la necessità di un cesareo d’urgenza perché il bambino sta andando in sofferenza.
Va bene, non c’è mica da agitarsi se tra mezzora mi troverò con le budella di fuori… la cosa importante è che littlefish non soffra.
Mi dispiace solo che Daniele non possa assistere al parto, aveva studiato così tanto!
L’avevo istruito su tutto quello che non bisogna dire a una donna che sta partorendo, minacciando di cacciarlo dalla sala travaglio se si fosse sbagliato ;-)

Entrano due infermieri.
Devono farmi al volo un ECG ed io anziché preoccuparmi delle mie tette prossime al vento, mi imbarazzo per la t-shirt di Homer Simpson che ho sotto il maglione.



Dopo il tracciato, una ragazza armata di rasoio mi prepara per l’intervento.
Esco nel corridoio, saluto Daniele da sotto le coperte. Non è la prima volta che mi vede entrare in sala operatoria.

Ecco ci siamo. In sala è tutto pronto. L’anestesista sta per effettuare la spinale.
“Sentirà un formicolio nelle gambe” mi dice.
Qualche minuto dopo arrivano le formiche, di seguito non sento più le gambe.
 “Ok” dico tra me “Potete partire”.
Sono abbastanza tranquilla, se non altro perché dall’altra parte del telo c’è il mio ginecologo.
Mi sento in buone mani.
Eppure l’opzione cesareo mi ha colto di sorpresa.
Mmmh.. non so una cippa di come avvenga quest’intervento.. ed io sono una che passa al setaccio il web prima di fare qualsiasi cosa!
Beh, è inutile pensarci ora.. cerchiamo di rilassarci.
Me ne sto a pancia aperta seguendo attentamente i discorsi del mio medico e dell’ostetrica. Cerco di captare un dettaglio che mi faccia capire a che punto siamo.
Quando avverto la mia pancia scollarsi di colpo dal resto del corpo, littlefish è già fuori a emettere il suo delicatissimo “uaa”.
Ok, è fatta. Ce l’abbiamo fatta.

Intanto quei due là dietro il tendone continuano a ravanarmi dentro.
Non mi sento tanto bene. Ma come.. non sono anestetizzata?
Mmmh mi sto un po’ agitando.. accidenti non dovrei sentire male.
Ehi, laggiù qualcuno venga ad aumentarmi la dose di camomilla!
Arriva l’anestesista, mi spara giù qualcosa di forte e poi dice alle colleghe “Portateglielo per farla distrarre”
E’ così che mi trovo faccia a faccia con littlefish.
 “Ciao” è la prima cosa spontanea che mi viene da dirgli.
Lo guardo.
“Le dia un bacetto” mi dice l’ostetrica che lo tiene in braccio.
Le mie labbra si posano su quella guancia nuova di zecca. Quanto è morbida!
“Adesso lo portiamo via, perché qui fa freddo, va bene?”
Va bene, va bene.. che qui mica abbiamo finito ancora.
Guardo a sinistra. Riflessi sulla parete scorgo medico e ostetrica mentre mi risistemano dentro i pezzi.
Mi cade l’occhio su un asciugamano bianco. E’ completamente insanguinato. 
Ok, mi giro dall’altra parte.. è meglio.

Finalmente fuori, nel corridoio che porta al reparto di ginecologia, incontro Daniele.
Lui ha il sole negli occhi “Tesoro, hai fatto un capolavoro!”
“Ah, l’hai visto?”
Mi dice che l’hanno già portato nella nursery, che lo terranno un paio d’ore nella culla termica.
Quando arrivo in camera sono esausta e tremo dal freddo. So che la nottata sarà lunga e difficile.

Quello che non so è che Daniele è ancora lì davanti al vetro della nursery.
E da solo, mentre tutti dormono, si guarda quel capolavoro.





venerdì 2 marzo 2012

GRAZIE

littlefish dopo solo 15 ore dalla nascita


E così littlefish ha deciso di arrivare a sorpresa nella notte tra giovedì e venerdì 24 febbraio.
(Ora esatta 01.18)
Dedico a Mela questa fotina (tanto richiesta ;-) e a tutte le altre che si sono preoccupate per noi in questi giorni.. e che ci hanno riempito di gioia con i loro affettuosi auguri.
Ringrazio in modo particolare il mio ginecologo che seppur non fosse di turno in ospedale mi ha raggiunto in breve tempo e fatto sentire - durante tutto l’intervento- in buone mani.

A voi bloggeramiche prometto di rifarmi viva presto.. con più dettagli e con lo stesso desiderio di condividere quest’avventura meravigliosa che mi è capitata..